"…propositi per l’anno nuovo? Io uno ce l’ho. Quest’anno con voi voglio essere …fastidiosa, come una zanzara, come un dito nell’orecchio, come l’inquilina del piano di sopra che cammina coi tacchi e non vi lascia dormire. Voglio rompervi le scatole e lasciarvi perplessi. Soffiarvi polvere negli occhi, crearvi confusione. Mettere sotto il sopra e sopra il sotto. Darvi pizzicotti e spintarelle. Insinuarvi il dubbio su ciò che credete ovvio. Suonarvi il campanello nel mezzo della notte. Amarvi più che mai."

sabato 5 novembre 2011

LO STATO...E NOI

Oggi, riflettendo sul fatto che nella pratica ormai tutti gli Stati del mondo sono diventati fantocci nelle mani dei grandi banchieri internazionali, una lobby in grado di pilotare gli eventi a livello globale attraverso il proprio immenso potere economico, mi sono chiesta chi fosse in effetti lo “Stato”, questa entità sempre tirata in causa ma a ben pensarci un po’ misteriosa. Normalmente quando si parla di Stato si tende ad identificarlo col Governo (“ci deve pensare lo Stato”, “è un segreto di Stato”), termine che a sua volta, nel passaggio dall’astratto al concreto, prende necessariamente la forma di persone in carne ed ossa. Per farla breve, e per calare il ragionamento nel nostro quotidiano, ho considerato che quando parliamo di Stato a San Marino, il pensiero va inevitabilmente a quella ventina di volti noti, sempre gli stessi, che ci hanno accompagnato fin dalla prima infanzia (perlomeno la mia), quelli che qualcuno chiama La Casta. E allora non ho potuto fare a meno di domandarmi: “Possibile che quelle venti volpi, che hanno sempre dimostrato ampia agilità nel farsi – e bene - i propri affari, si lascino prendere per la collottola da un gruppetto di avidi faccendieri?” Si è aperto allora un varco nella mia mente sopita di sammarinese che non si era mai interessata alla vita pubblica ai tempi, ormai andati, delle vacche grasse ma che è costretta a farlo ora… Non sarà che lo Stato in realtà è un essere camaleontico e malleabile, che cambia faccia e forma a seconda delle occasioni? In effetti recentemente mi pare di aver capito che quando c’è da “salvare una banca” o da “chiudere un buco” qualsiasi nel bilancio pubblico…allora lo Stato siamo NOI, i cittadini. Lo deduco dal fatto, e correggetemi se sbaglio, che i soldini necessari li vengono a prelevare concretamente dai nostri stipendi, dalle nostre future pensioni (così future che non riusciamo più a vederle), dai fondi comuni di emergenza, e via dicendo… (A proposito…ma se io pago per salvare una banca e poi un giorno mi serve un mutuo e vado da quella stessa banca a chiederlo…cosa fa, mi ripresta i miei soldi e mi ci fa pure pagare su gli interessi?...a questo punto della questione mi sento un po’ idiota, non so voi…). Poi però, quando c’è da prendere qualche decisione importante, in qualunque ambito, ecco che magicamente lo Stato tornano ad essere LORO, quelle venti faccette da Muppet, che mica ti chiedono cosa ne pensi…Sono stati delegati, e quindi!!! Scusate…ma se mi rappresentate quando c’è da decidere qualcosa, non dovreste rappresentarmi anche quando è ora di tirar fuori la grana…? Così per dire, eh, è solo un dubbio… Cui ne segue un altro – si sa, quando si comincia a porsi domande poi è un disastro…- Non sarà mica che, data la natura fluida di questa entità, quei venti personaggi a volte, nelle notti di luna piena, improvvisamente non sono più lo Stato ma diventano…il gruppetto di faccendieri? Magari proprio in quelle occasioni in cui NOI diventiamo lo Stato? Sarò paranoica, ma spiegherebbe come mai il potere politico si lasci apparentemente tenere in scacco da quello economico. Le chiamano commistioni, credo. Beh beh, lasciamo stare, va’…Una volta appurato che quando c’è da pagare lo Stato siamo NOI e quando c’è da decidere lo è qualcun altro…resta da capire se ci sta bene così. Evidentemente sì, perché i primi ad aver venduto la sovranità del nostro Paese – cosa che oggi rimproveriamo un giorno sì e l’altro pure ai nostri governanti – siamo proprio NOI, nel momento in cui ci siamo dimenticati di essere lo Stato, o peggio ci siamo adeguati ad esserlo a corrente alternata. Come può difendere e ribadire la propria sovranità uno Stato i cui componenti fondamentali – i cittadini – hanno rinunciato a difendere la loro? Come si fa a scandalizzarsi della paralisi di uno Stato, quando i cittadini che lo costituiscono sono i primi a praticare l’inazione, restando immobili persino davanti all’inverosimile? Una cosa è certa: se lo Stato muore, fagocitato da un modello economico che sta implodendo su se stesso, non muoiono quei venti là, moriamo NOI. Perché in quell’occasione lo Stato saremo NOI, potete giurarci. E a quel punto le cose diventeranno chiare, non si tratterà più di “Stato” da una parte e “Finanza” dall’altra…si tratterà di due fasce di umanità, i poveri e i ricchi, i potenti e gli inermi, i padroni e gli schiavi, separati da un baratro. Dicono sia quello cui mira il Nuovo Ordine Mondiale. Ma questa è un’altra storia. Speriamo.