"…propositi per l’anno nuovo? Io uno ce l’ho. Quest’anno con voi voglio essere …fastidiosa, come una zanzara, come un dito nell’orecchio, come l’inquilina del piano di sopra che cammina coi tacchi e non vi lascia dormire. Voglio rompervi le scatole e lasciarvi perplessi. Soffiarvi polvere negli occhi, crearvi confusione. Mettere sotto il sopra e sopra il sotto. Darvi pizzicotti e spintarelle. Insinuarvi il dubbio su ciò che credete ovvio. Suonarvi il campanello nel mezzo della notte. Amarvi più che mai."

lunedì 7 giugno 2010

NELLA TRAPPOLA DEL GIUDIZIO


Oltre a quello sulla non-lamentela, l’altro lavoro fondamentale e molto stimolante lungo il percorso del risveglio e della crescita personale è quello sul non-giudizio. Per parlarne voglio partire da una considerazione di un mio alunno quindicenne che, in modo semplice ma efficace, ha tracciato un bel parallelismo tra giudizio e libertà. “Non riusciremo mai – mi ha detto – a sentirci davvero liberi di essere, di parlare e di fare, perché la società con le sue convenzioni e giudizi ci blocca, ce lo impedisce.” E’ un’osservazione intelligente, sebbene ancora limitata. E' vero, spesso non agiamo come vorremmo, o non diciamo le cose che vorremmo dire per paura di essere giudicati. Mi viene sempre in mente il classico momento in cui, al termine di una conferenza, il moderatore apre il dibattito e nessuno ha il coraggio di fare domande. Prendere il microfono significa, per i più, esporsi al giudizio di una terribile platea e rischiare una figuraccia. Ma questo è solo un piccolo esempio, cui se ne possono aggiungere altri cento: nel vestire, nel modo di comportarsi, nell’esprimere le proprie opinioni, nel fare determinate scelte…quanti di noi possono dire di sentirsi VERAMENTE liberi? Magari così d’impulso, e sull’onda dell’orgoglio personale, molti risponderebbero che loro no, non si fanno condizionare, che fanno e dicono sempre ciò che vogliono; ma basta fermarsi un attimo a riflettere per rendersi conto che non è così. Andremmo al supermercato in pantofole? O a cena fuori con la camicia macchiata? Diremmo ad una persona che ci mostra orgogliosa il suo borsello firmato che ci sembra una ridicola assurdità aver speso tanti soldi per una schifezza simile? :) Improbabile. Molto più probabile che la critichiamo due ore dopo parlando con qualcun altro.
Allora ci sono due aspetti in gioco: da una parte non ci sentiamo liberi di essere noi stessi perché temiamo il giudizio degli altri, dall’altra non perdiamo occasione per criticare ed emettere il nostro verdetto sui comportamenti altrui(sport nazionale italo-sammarinese dopo il calcio e la lamentela). Libertà e giudizio. Correlati in che modo?
E’ presto detto:...se ci sentiamo giudicati è perché giudichiamo. Giudichiamo gli altri e giudichiamo noi stessi. Per la solita legge dello specchio noi possiamo "vedere" il giudizio negli altri solo se è un’istanza che abbiamo noi per primi. Il cane si morde la coda, la nostra “mancanza di libertà” è auto-creata.
Come si esce allora dalla trappola? L’insegnamento è semplice: ...smetti di giudicare e non ti sentirai più giudicato, poiché tutto quello che si realizza all'interno di te si realizza fuori. Se dal TUO mondo estirpi il giudizio, semplicemente la sensazione di essere giudicato dall’esterno non esisterà più. L’inevitabile conseguenza è che sarai libero. Certo, smettere di giudicare è difficile quanto smettere di lamentarsi... ma sono due porte principali verso l'autocoscienza e la libertà. (Tentare di) praticare quotidianamente il NON-GIUDIZIO guarisce e libera. Non dovete crederci, ma solo...provare, x rendervene conto.

2 commenti:

  1. Purtroppo la società odierna è così, si viene giudicati e si giudica a spada tratta, senza pensarci.. E il discorso è riferito in generale, e ammetto di farlo anche io..
    Ma io mi giudico soprattutto da sola, riconosco i miei difetti e li metto in evidenza ironizzandoci sopra, scherzando con me stessa e con quelli che sono i miei punti deboli..
    Per quanto riguarda la libertà, io cerco di non pensare a "cosa penserebbe la gente se.." , ma anzi, cerco sempre di fare come credo, senza rendere conto di niente a nessuno.. Ma a volte è inevitabile che il pensiero altrui ci condizioni, come hai detto tu..
    :)

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