"…propositi per l’anno nuovo? Io uno ce l’ho. Quest’anno con voi voglio essere …fastidiosa, come una zanzara, come un dito nell’orecchio, come l’inquilina del piano di sopra che cammina coi tacchi e non vi lascia dormire. Voglio rompervi le scatole e lasciarvi perplessi. Soffiarvi polvere negli occhi, crearvi confusione. Mettere sotto il sopra e sopra il sotto. Darvi pizzicotti e spintarelle. Insinuarvi il dubbio su ciò che credete ovvio. Suonarvi il campanello nel mezzo della notte. Amarvi più che mai."

domenica 14 marzo 2010

CAPTAIN OF MY SOUL





Sono il signore del mio destino, sono il capitano della mia anima.
Vorrei avere le parole per descrivere l’effetto che questa frase (pronunciata da Mandela nel film Invictus, e tratta da una poesia di W.E. Henley) ha avuto su di me. Da quando so di ESSERE un’ANIMA, sembra che messaggi di questo tipo vengano sparsi ovunque nella mia vita, perché io li raccolga e ne tragga conferme, come briciole sul sentiero che porta alla meta. Il fatto che siano entrati addirittura nei film da grande pubblico (L’uomo che fissava le capre ne è un altro esempio recente) mi fa capire che l’umanità è pronta davvero ad una trasformazione, a fare il passo successivo. Che un uomo rinchiuso in una cella per ventisette anni possa sentirsi “signore del proprio destino” non può che significare che quell’uomo SA che quello che sta vivendo è nient’altro che una sua creazione, il modo che lui stesso ha scelto di percorrere quel tratto della sua esistenza, e dunque non lo subisce ma lo rende proficuo, non ne incolpa gli altri ma se ne assume la responsabilità; che si definisca “capitano della propria anima” non può che voler dire che quell’uomo E’ la sua anima, si è identificato con essa, e in quanto anima, puro spirito, non viene toccato da quanto gli accade nella materia, e dunque resta INVICTUS, mai vinto. Che poi, una volta tornato (fisicamente) libero ed eletto presidente, non solo non si dedichi alla persecuzione dei suoi oppressori, ma anzi lavori per farne i propri amici e fratelli, realizzando così il sogno di una civiltà di pace, fa di quest’uomo un illuminato, ci dice quanto vicina questa anima sia al ricongiungimento con la divinità. Esempi come questo mi fanno tremare di bellezza e gratitudine.

INVICTUS

OUT of the night that covers me,
Black as the Pit from pole to pole,
I thank whatever gods may be
For my unconquerable soul.

In the fell clutch of circumstance
I have not winced nor cried aloud.
Under the bludgeonings of chance
My head is bloody, but unbowed.

Beyond this place of wrath and tears
Looms but the Horror of the shade,
And yet the menace of the years
Finds and shall find me unafraid.

It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.

William Ernest Henley

INVICTUS (traduzione)

Dal profondo della notte che mi avvolge
buia come il pozzo più profondo che va da un polo all’altro,
ringrazio gli dei chiunque essi siano
per l'indomabile anima mia.

Nella feroce morsa delle circostanze
non mi sono tirato indietro né ho gridato per l’angoscia.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
il mio capo è sanguinante, ma indomito.

Oltre questo luogo di collera e lacrime
incombe solo l’orrore delle ombre
e ancora la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita.
Sono il signore del mio destino.
Sono il capitano dell'anima mia.

4 commenti:

  1. Il signore del mio destino, il capitano della mia anima... il Re del mio Regno, sembra di sentir parlare il monaco-guerriero Draco Daatson. Questa è la Forza che occorre!

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  2. ciao Elena! che bella sorpresa questo tuo blog! riconosco alcuni dipinti... e mi ri-conosco nelle parole che scrivi. grazie per avermelo segnalato, passerò spesso a visitarti!

    ti propongo uno scambio di link se ti va, il mio blog è all'indirizzo:
    http://arteamorefantasia.blogspot.com

    Un grande abbraccio Anto

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  3. Bella la poesia, ma adatta solo a tipi tosti alla Hemingway. non adatta a noi popolo di pecore (o forse conigli?) ciao luciano

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  4. I grandi uomini servono da faro per i più piccoli; le loro parole e i loro esempi possono ispirarci, poi ognuno si fa il suo cammino, senza bisogno di giudicare nessuno.

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